martedì 18 aprile 2017

PORTER RAY: "WATERCOLOR" (Sub Pop 2017)


Qualsiasi cosa, anche la meno conosciuta, merita rispetto ed almeno un ascolto quando esce su Sub Pop.
La storia dell'Indie Rock e della Musica Alternative a stelle e strisce degli ultimi 3 decenni, più o meno, parte da Seattle. 
Che è guarda caso la città natale di Porter Ray, rapper di nuova generazione su cui la label ha deciso di investire per questo debutto sulla lunga distanza.
Va detto fin da ora, e per chiarezza, che "Watercolor" non è un album che sgorga dal solito background MTV meets Ghetto, ma scaturisce dal sangue sofferente di chi nella vita ha perso quasi tutto.
Il padre per una malattia degenerativa, il fratello in una sparatoria, la compagna in un incidente stradale.
Al netto della nascita del figlio Aron, sfighe così ti stroncherebbero in un secondo netto, gettandoti nell'abisso dove non servono porte da sbarrare con rabbia.
Porter però reagisce con fermezza, trasforma il veleno in medicina, butta la sua storia in rime veloci e pressanti, sottolineate da beats profondi e notturmi quanto ammalianti ascolto dopo ascolto.
Questo per confermare che ognuno dei 14 episodi è una piccola raccolta di diapo nitide ed in perenne scivolamento laterale.
Un disco dove la catarsi è il principio iniziale e l'architettura sonica diventa buona per notti d'inverno soprattutto interiori.
Bravo Porter Ray, davvero!
Perchè l'operazione in toto sembra ben riuscita, così come le numerose collabo che butta nel piatto ed il mixaggio pregiato di Erik Blood, fine ed astuto ricamatore di atmosfere metropolitane.


Davide Monteverdi










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